- L’approccio
- I parametri da monitorare
- Peggioramenti prestativi
- La flessione del ginocchio
- Gli esercizi di rafforzamento
- Due minuti in meno
- Il promemoria del maratoneta
- Il protocollo di lavoro
- Non solo running
Peggioramenti prestativi
Lo scadere dei parametri di queste situazioni tecniche, che interessano indistintamente il podista dilettante e il professionista, ha consentito di definire quali siano gli aspetti muscolari che risentono maggiormente della stanchezza. Uno in particolare, però, ha una rilevante incidenza sulla tenuta biomeccanica e non scade con la stessa portata nei maratoneti amatori e nei top runner. È la flessione del ginocchio al momento del contatto del piede col suolo.
Flessione del ginocchio
Il differenziale di tale flessione in fase di contatto tra l’8º e il 40° km è pari al 3,2%. Non si tratta certo di un dato di lieve entità, per la sua ripercussione consistente sull’efficacia della falcata. Un solo grado di peggioramento corrisponde a un accorciamento del passo di 7 cm, che diventano quindi 21 cm abbondanti di peggioramento medio. I cosiddetti top runner (anche se non professionisti) hanno un cedimento molto meno marcato nella flessione del ginocchio: una media dello 0,83%, pari a una riduzione della falcata di meno di 7 cm.