Visto dall’oblò di Correre di febbraio il pianeta running appare immenso: dal mito di Haile Gebrselassie alle attività preparatorie per cominciare bene a correre passa una distanza siderale, e probabilmente, sotto il profilo del target, si tratta dello sforzo più grande da noi mai prodotto per continuare a considerare l’universo di chi corre come un unico, immenso ambiente.
La preparazione del numero di febbraio è per noi di Correre l’ultima occasione per volgere lo sguardo all’anno che è appena andato via. Un po’ perché la costruzione del numero occupa la fine di dicembre e i primi giorni di gennaio (“Panettone sul computer” è la nostra autoironica sintesi), quando l’anno vecchio è un tizzone ancora caldo di “Vecchione” appena bruciato in piazza, e un po’ perché quello di febbraio è il mensile che esce con allegata la Maximaratona, lista annuale di tutti i nomi e i tempi dei maratoneti italiani, curata da Roberto Berghi.
Nel 2019 il mondo ha ricordato i 50 anni dal primo allunaggio. Ne spendo la storia per paragonare l’Apollo al nostro magazine e il LEM (il modulo col quale Armstrong e Aldrin raggiunsero il suolo e successivamente si riagganciarono al vettore-madre, che Collins aveva nel frattempo continuato a pilotare) alla Maximaratona: entra nell’orbita della vostra lettura “agganciato” (allegato) alla rivista e da lì si sgancia per affrontare la sua vita autonoma, fatta di discussioni su tempi di amici e avversari, segnalazioni di qualche inevitabile dimenticanza, soddisfazione, tanta, per ritrovarsi per la prima o l’ennesima volta in quell’immenso elenco, democratico perché alfabetico, in cui ci si può ritrovare posizionati una riga sopra o una sotto a uno dei grandi maratoneti azzurri.
Visto dall’oblò di Correre di febbraio il pianeta running appare immenso: dal mito di Haile Gebrselassie alle attività preparatorie per cominciare bene a correre passa una distanza siderale, e probabilmente, sotto il profilo del target, si tratta dello sforzo più grande da noi mai prodotto per continuare a considerare l’universo di chi corre come un unico, immenso ambiente, abitato da popoli diversi in tutto tranne che nell’emozione e nell’autenticità.
Così lo vediamo noi in questo 2020 da poco cominciato.
Buona lettura.