Quarant’anni del Cross della Vallagarina

Anche una stagione come l’inverno può regalare giornate meravigliose. Domenica ad esempio, ti alzi relativamente presto, prendi l’auto e ti dirigi verso Rovereto. Per essere precisi a Villa Lagarina che dista dalla città trentina, si è no un paio di chilometri dal centro.

Il motivo per chi ama l’atletica, in questo caso la corsa che attraversa i campi, è costituito dalla 40ª edizione del Cross nato alla fine degli anni Settanta (allora era solo gara femminile). Il mitico sodalizio “Quercia” sa fare le cose per bene, da sempre, sottolineo sempre.

Così, si parte. La galaverna regala spettacoli mozzafiato e autostrade libere. Puoi notare che il prezzo dei carburanti è lievitato e di parecchio, che la tazzina di caffè negli autogrill ha raggiunto cifre da località balneare alla moda della Sardegna e che il traffico è inesistente o quasi. Si arriva e lo spettacolo è quello annunciato.

Due giorni prima un’abbonante nevicata aveva ammantato tutta la zona, gli addetti all’organizzazione hanno fatto una specie di piccolo miracolo spalando tutto quanto era possibile permettendo così il regolare svolgimento della corsa campestre. Alcuni tratti del tracciato con passaggi attraverso i filari dei vigneti, erano ancora innevati, rendendo affascinante e impegnativo per gli atleti il tutto, condito da un cielo azzurro e con una temperatura che verso le due del pomeriggio poteva essere accettabile, non solo per gli interpreti ma anche al pubblico.

Ero fermamente convinto che avrei assistito alla “solita” gara africana, invece, due ragazze di casa nostra hanno mostrato carattere, voglia e spirito di abnegazione. Si tratta di Sara Dossena e di Valeria Roffino, rispettivamente prima e seconda, relegando in terza piazza Amara Alemitu Hawi, etiope, vincitrice della passata edizione. Le due azzurre reduci dal Campaccio del 6 gennaio e dagli Europei di Chia, hanno menato le danze, specie la lombarda specialista del triathlon, dando una dimostrazione di grande sicurezza.

Scrivere qualche nota su vittorie azzurre in campo internazionale (il cross è parte del circuito europeo) fa tornare il sorriso e la voglia di seguire la corsa campestre. Lo stesso discorso vale per la gara maschile, che se ha visto il successo del keniano Ndiwa sul burundiano Irabaruta, ha mostrato per lunghi tratti di gara la buona condizione e spavalderia di Marco Salami e del bellunese Abdellah Bamoussa, professione operario. In fabbrica otto ore al giorno.

Ci si rivede per la Cinque Mulini.

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