Il coach statunitense Joe Friel è autore di un libro intitolato “Veloci e potenti dopo i 50 anni”. Luca De Ponti, chirurgo ortopedico esperto di running, trae spunto dalla lettura di questo testo per approfondire il tema di come proseguire a correre in maniera proficua anche dopo il giro di boa del mezzo secolo di vita.
Allenamenti ad alta qualità
«Partiamo da una constatazione – scrive De Ponti -: lo sportivo invecchia più lentamente ed è più longevo di un sedentario e l’agonismo è una molla efficace per chiedere al proprio corpo il massimo raggiungibile. Poiché, però, il concetto di intensità è sempre relativo, cambierei l’idea di alta intensità con quello di alta qualità, a significare una corsa sempre valida tecnicamente e non per forza vincolata al cronometro. In sostanza, gli atti di eroismo in allenamento a mio parere non pagano e, anzi, portano spesso a farsi male, anche pesantemente.»
Saper scegliere a quali sedute di allenamento dedicarsi
«È poi opportuno – prosegue De Ponti – avere una lucida coscienza dell’integrità fisica del proprio corpo e dei suoi limiti dettati dall’usura. Ha senso una spasmodica lotta controcorrente per non perdere terreno e poi ritrovarsi senza i mezzi per resistere ed essere infine, in breve tempo, portati violentemente a valle? Direi proprio di no. Dato che con il passare del tempo è inevitabile che le prestazioni peggiorino, è meglio che l’attivazione allenante del corpo sia sempre adeguata alle capacità dello stesso, senza particolari forzature e rispettando con attenzione la tempistica dei recuperi.»
Le regole di allenamento per i Master
«Da un punto di vista cardiovascolare il master può allenarsi praticando discipline poco usuranti ˗ come il nuoto e la bicicletta ˗ e allo stesso tempo può svolgere un lavoro di qualità per quanto riguarda la corsa. Questo vale a maggior ragione per la preparazione delle gare più veloci, dove la sollecitazione articolare e muscolare è più intensa, un po’ meno nell’allenamento per le lunghe distanze, dove il chilometraggio rimane un vincolo quasi imprescindibile.»
Le regole di vita per i Master
«Per quanto riguarda in particolare il regime di vita ˗ l’alimentazione, le ore di riposo, il recupero, la gestione dell’allenamento ˗ il master deve avere un atteggiamento molto professionale, perché il corpo concede di meno dal punto di vista dell’efficienza muscolare e cardiaca, intesa soprattutto come compenso ai fenomeni della rabdomiolisi (danni ai muscoli scheletrici, ndr) gestiti dalle adeguate risposte ormonali. La lenta regressione di tali risposte impone al sistema la massima efficienza.»
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Veloci e potenti dopo i 50 anni”, di Luca De Ponti, pubblicato su Correre n. 417, luglio 2019 (in edicola a inizio mese), alle pagine 56-57.