La comunicazione del nostro modo di intendere questa comune passione comincia dalla copertina, dove compaiono due runner autentici nel loro essere “extra-size, taglie forti, ma portatori sani di un energico entusiasmo e di uno dei valori oggi più importanti nella corsa: l’inclusione, perché il running deve davvero riuscire a essere per tutti.”
In questa occasione della newsletter che descrive i contenuti di Correre di giugno il mio intervento non si allontana molto dal tema toccato nell’editoriale che apre questo nuovo numero della rivista: trovo utile ribadire anche qui la mia/nostra preoccupazione per una comunicazione sul running che tende a proporre un “modello unico”, scenario che non mi fa dormire tranquillo mai, soprattutto se non si tratta solo di corsa ma anche di vita delle persone.
Per questo ho ringraziato Brooks, che ha collaborato con noi nella realizzazione della copertina, per averci proposto due runner autentici nel loro essere “extra-size, taglie forti, ma portatori sani di un energico entusiasmo e di uno dei valori oggi più importanti nella corsa: l’inclusione, perché il running deve davvero riuscire a essere per tutti.”
E qui sottolineo, come nell’editoriale di Correre di giugno, il concetto utilizzato da Sergio Bezzanti a CorrereTV, nel momento in cui ha spiegato il perché della maglia della Run 5:30 2024, disegnata a mano e quindi “imperfetta”: «Indossare una maglia imperfetta, renderla unica mettendoci ognuno la propria faccia, significa accettarsi, verbo fondamentale per la felicità».
Buona lettura dunque, in questa estate che si annuncia a sua volta imperfetta, ma magari autentica e piena di momenti magici da vivere di corsa anche sulle pagine di Correre di giugno.
