Dalla montagna marchigiana alla Stramilano: Stefano Massimi si racconta tra chilometri, ricordi azzurri e nuovi obiettivi da inseguire.
Stefano ama il buio. Si allena alle 6 del mattino e alle 18 di sera. Il che significa che per buona parte dell’anno, specie d’inverno, esce di casa per allenarsi quando il sole non è ancora sorto e quando la luna non ha ancora illuminato con i suoi raggi la notte di Grottammare.
Stefano Massimi è stato il primo italiano a tagliare il traguardo domenica alla Stramilano, nella mezza maratona conclusa in 1h04’51”. La celebre Half Marathon ha visto 9.000 partenti, record della manifestazione.
Chi è Stefano Massimi
Marchigiano, nato ad Ascoli Piceno 32 anni fa, ha trascorso buona parte della sua infanzia a 1.200 metri s.l.m., a San Martino di Acquasanta. Ci tiene a sottolinearlo. Ama la montagna, come spesso accade a chi vive a pochi passi dal mare.
Una carriera azzurra
L’atletica? La sua passione. Stefano Massimi è stato azzurro in cinque occasioni all’inizio degli anni Dieci: Mondiali di cross di Punta Umbria, Campionati Europei dei 1500 metri ed Europei di cross. Tutti nel 2011. Esordio in triangolare allievi a Sondrio tre anni prima; nel 2012 a Zurigo, una staffetta under 23.
In altre parole, non certo un carneade. Chi è arrivato un tantinello rabbuiato per un errore di percorso: “Avrei corso 10/15” in meno del 1h04’51”.”
Lo stile inconfondibile
Alto, riconoscibilissimo per il doppio chignon che trattiene i capelli lunghi. “Quando la gara è importante, sempre doppio. Quando mi alleno, uno solo.”
Stefano Massimi è il portacolori dell’Atletica Vomano (una cinquantina di iscritti, tra i quali, prima di Tokyo 2021, è transitato anche Gimbo Tamberi), con l’obiettivo di primeggiare nel Campionato di corsa su strada. “Il mio sodalizio mi permette di condurre una vita quasi da atleta professionista, anche se il mio lavoro è quello di Consulente del lavoro, che mi impegna dalle sei alle otto ore quotidiane.”
Vive il mondo dell’atletica da sempre, ha avuto almeno una decina di tecnici che lo hanno seguito: da Angelo Angeletti sino a Maurizio Leone, passando per Giorgio Rondelli. “Giorgio? Il migliore. Per tre/quattro mesi mi ha stilato programmi. Dal 2023 sono coach di me stesso. Tra l’altro alleno anche qualche amico amatore che ha vinto la Maratona di Palermo tra i master.”
Come le è parsa la Stramilano?
“Percorso veloce, molto filante, a parte qualche tratto sull’antico selciato del centro storico, viscido a causa della pioggia. È stato un esercizio di concentrazione tutt’altro che facile, correre tre quarti di gara da solo. Sono quasi sempre solo negli allenamenti, sono felice del risultato, mi ha aiutato l’atmosfera che ci ha fatto vivere la Stramilano.”
Non ha avuto freddo?
“No. Se potessi, tutte le mezze maratone le vorrei correre a tre gradi centigradi.”
Non aveva mai corso a Milano?
“Alla Stramilano no. Ho fatto due volte la staffetta della Maratona di Milano. Vinta entrambe le volte. In una, nel quartetto c’erano i fratelli Zoghlami, in un’altra con Samuel Medolago.”
Ci dà qualche dato in più su di lei?
“Sono alto 1,86 x 70 kg. Ne pesassi 60, chiuderei la mezza in meno di 60 minuti.”
Pulsazioni a riposo?
“Ventotto battiti.”
I suoi primati
5.000: 13’52”
10.000: 29’13”
Mezza maratona: 63’43”
“Tengo a precisare che ho pure un 49”5 nei 400.”
Lo scorso anno a quante gare ha preso parte?
“Quarantotto, tra strada, cross e pista. Alcune mi sono servite per allenarmi, sia ben chiaro.”
Programmi futuri?
“Abbattere più muri possibili.”
Intanto lo attendono i societari in pista e gli Assoluti nei 10.000 metri a Cosenza, il prossimo 27 aprile.