Il campione norvegese Jakob Ingebrigtsen racconta anni di abusi fisici e psicologici subiti dal padre ed ex allenatore: il processo è fissato per il 2025.
Jakob Ingebrigtsen, uno dei volti più celebri dell’atletica mondiale, ha portato alla luce una drammatica vicenda personale. Il campione norvegese, oro olimpico nei 1500 metri a Tokyo 2020 e nei 5000 a Parigi 2024, ha accusato il padre Gjert, 58 anni, suo ex allenatore, di abusi fisici e psicologici durati dieci anni. Le accuse comprendono schiaffi, pugni, colpi alla testa e ripetute minacce di morte.
Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Times, Ingebrigtsen ha descritto agli investigatori episodi di violenza, tra cui uno particolarmente grave che sarebbe durato fino a 30 minuti. L’indagine è stata avviata dopo la denuncia della sorella di Jakob e ha raccolto le testimonianze di altri familiari, che hanno confermato il clima di terrore vissuto in casa. Gjert, che ha allenato anche i fratelli maggiori Henrik e Filip, entrambi atleti di livello internazionale, respinge ogni accusa.
Il processo, previsto per il 2025, vedrà coinvolti 30-40 testimoni. Nel frattempo, Jakob e i fratelli hanno chiesto alla federazione norvegese di atletica di evitare incontri con il padre durante gli eventi internazionali, dichiarando di provare ancora disagio e paura per il passato.
Questa vicenda riaccende i riflettori sui rapporti spesso controversi tra genitori-allenatori e figli nel mondo dello sport. André Agassi, nella sua autobiografia, ha denunciato le pressioni psicologiche subite dal padre Mike, mentre Richard Williams, padre delle sorelle Venus e Serena, è noto per la rigidità dei suoi metodi di allenamento. In Italia, solo pochi giorni fa, Gianmarco Tamberi, ha raccontato le difficoltà del rapporto con il padre durante un’intensa intervista con Francesca Fagnani a Belve.