Terza fase dello schema Running Mastery: con la CPP (Correre Per la Performance) “obiettivo” e “gara” assumono un nuovo significato e richiedono un impegno ancora più serio, divenendo vere e proprie priorità. Vediamo come
Dopo avere parlato dell’importanza di allenarsi e dell’imparare a sfruttare la corsa per allenarsi, trattiamo ora la CPP: correre per la performance.
“C’è chi vuole andare più veloce, chi correre più a lungo, chi terminare una certa gara o ottenere una certa prestazione: la CPP non è per tutti, richiede dei sacrifici non sempre compatibili con la vita di un amatore” precisa l’autore dell’articlo, Daniele Vecchioni.
Più salute e benessere
“In tutte le fasi della Running Mastery si assiste però a un sicuro e notevole aumento delle proprie performance” prosegue Vecchioni, aggiungendo: “Un runner impegnato prima nella fase APC e poi in quella CPA, in parallelo allo sviluppo dei pilastri hardware (costruire un corpo che si possa permettere di correre), software (acquisire la tecnica corretta e gli schemi motori di base dell’essere umano) e training (padroneggiare i principali metodi di allenamento per la corsa), vedrà migliorare tanto la salute e il benessere quanto le proprie prestazioni”.
Più impegno per la crescita
Vecchioni illustra poi le peculiarità e le difficoltà della fase CPP, culminante nel raggiungimento della massima espressione della propria performance attraverso allenamenti per la crescita della capacità aerobica, della velocità e della resistenza, con un impegno di 6 o 7 giorni a settimana e l’affiancamento di professionista del massaggio… il tutto mantenendo al minimo lo stress della vita personale e lavorativa.
Tranquilli: la CCP non è solo per professionisti, assicura Vecchioni!
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Verso risultati più ambiziosi”, di Daniele Vecchioni, pubblicato su Correre n. 426, aprile 2020 (in edicola a inizio mese), alle pagine 60-61.