Chi ama l’atletica avrebbe potuto raggiungere il “nirvana” domenica mattina ad Agazzano, centro di poche anime (oltre 2.000) in provincia di Piacenza. L’idea è nata dalla “Collezione Ottavio Castellini”, il giornalista lombardo in quiescenza da un paio d’anni dispensa idee e le porta a compimento. L’ultima, davvero da brividi, dedicata a Giuseppe Gentile. Il grande campione dell’hop, step e jump che a Città del Messico 50 anni fa, esattamente il 17 ottobre, realizzò il record del mondo (17,22), ma non riuscì a mettersi al collo l’oro, preceduto da Viktor Sanayev (17,39) che batteva bandiera dell’URSS e dal brasiliano Nelson Prudencio (17,27).
Facile a dirsi, non ad allestire il tutto. Ottavio Castellini con il supporto del Progetto Multisport «Sognando Olympia», affiancati dalla Atletica Baldini Agazzano, per l’organizzazione logistica in loco a fatto sognare non meno di 200 invitati. Invitati anche gli azzurri che hanno avuto l’ardire di superare quota diciassette. Non sono molti nella nostra penisola, c’erano tutti: Fabrizio Donato, Daniele Greco, Paolo Camossi, Fabrizio Schembri, Dario Badinelli e invitato speciale Andrea Dallavalle, piacentino, speranza azzurra del triplo.
Ma non è finita. Non potevano mancare, infatti, Magdeline Martinez, l’unica donna ad aver superato la misura di 15 m, esattamente 15,03, poi Barbara Lah e Antonella Capriotti. In altre parole il triplo azzurro di sempre. La mattinata è volata via con filmati inediti della finale di Messico, con Giuseppe Gentile dall’alto di una classe immensa, nel proporsi al pubblico, agli appassionati ha ricordato momenti e la sua storia.
Fantastico lo scambio di opinioni tra il passato Gentile e il presente Donato, come pure il racconto del titolo italiano conquistato all’ultimo balzo di Schembri lo scorso mese di settembre, oppure ancora Camossi che impossessatosi del primato strappato proprio al triplista romano con discendenze sicule, sperava che il nuovo limite durasse anni. Invece…
Donato nove mesi dopo, salì al trono attuale del primatista assoluto. Giuseppe Gentile il 16 ottobre del 1968 stabilì nelle qualificazioni il primato mondiale con 17,10, Nella finale si migliorò arrivando a 17,22 al primo salto. Non fu sufficiente…
Eppure tutti pensarono: “Gara conclusa”, solo l’azzurro in un articolo di Gianni Brera apparso sulla rivista “Atletica” (ottobre/novembre) 1968: “Gentile…il Gattopardo”, dichiarò il contrario: “17,22 non significava nulla. Tutti pensavano bastasse per vincere. Tutti meno io”.