Le 7 fondamenta della tecnica di corsa

La nostra società detta regole, ritmi e abitudini che spesso ci fanno dimenticare i gesti più spontanei, come correre e camminare. Occorre intervenire per riportare le cose a posto. Questo il tema affrontato da Daniele Vecchioni su Correre di settembre. 

“L’essere umano moderno non sa più correre correttamente e, quel che è peggio, nemmeno la sua camminata corrisponde al naturale schema motorio. Ognuno cerca di muoversi in modo più o meno abile in base alle proprie possibilità fisiche senza pensare che, forse, esiste un modo per aggiornare il proprio software e tornare a essere una persona in grado di padroneggiare le abilità di un “essere umano naturale”.

Un buon corridore dovrebbe curare tutta quella serie di aspetti che andranno a costituire un ottimo software, come il recupero degli schemi motori di base – accosciarsi, camminare, correre –, oltre che capacità come quelle di equilibrio, coordinazione e differenziazione cinestetica, che consiste nell’essere in grado di contrarre e rilassare correttamente la muscolatura.”  È questa la premessa da cui parte Daniele Vecchioni nel suo contributo su Correre di settembre, dedicato al tema delle “7 fondamenta della tecnica di corsa”.

Quel movimento naturale dimenticato

“Per aggiornare il nostro software – spiega Vecchioni – dobbiamo rieducare la nostra tecnica di corsa, che, in realtà, è la tecnica universale che ognuno di noi dovrebbe essere in grado di utilizzare per muoversi naturalmente nello spazio e non rischiare di infortunarsi nel tempo.”

Nel proprio “Metodo Correre Naturale”, infatti, Daniele Vecchioni individua 7 “fondamenta” della tecnica di corsa:

1. postura,

2. ritmo,

3. relax,

4. appoggio del piede (“correggere il modo di correre correggerà l’appoggio, non viceversa”),

5. posizione della testa (“intesa come struttura fisica e non sotto l’aspetto mentale”),

6. utilizzo delle braccia,

7. rapporto tra oscillazione verticale e lunghezza del passo.

Tecnica di corsa: il relax

A proposito del relax (inteso come la capacità di mantenere rilassati tutti i muscoli non impegnati nell’azione di corsa), ad esempio, Vecchioni precisa che “Abbiamo perso la capacità di far lavorare la nostra muscolatura in modo sinergico e naturale e ci ritroviamo a muoverci e a correre in modo rigido e poco rilassato. A quanti di noi è capitato di tornare dalla corsa irrigiditi nei trapezi e nelle spalle? Questo rappresenta il sintomo di una scarsa capacità di muoversi correttamente e il segnale che si debba iniziare a lavorare sull’aspetto del relax, che incide sia sulla prevenzione infortuni sia sulle performance”.

Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “È tempo di aggiornare il software”, di Daniele Vecchioni, pubblicato su Correre n. 467, settembre 2023 (in edicola da inizio mese), alle pagine 40-42.

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