Olimpiadi, le scarpe da running e atletica: 621 modelli!

Olimpiadi, le scarpe da running e atletica: 621 modelli!

31 Luglio, 2024
Foto Francesca Grana

Le prime Olimpiadi di “corsa con attrezzi”, le definisce il nostro massimo esperto di scarpe da running e atletica, Filippo Pavesi. Perché, ancora più di quanto già visto a Tokyo 2021, le maxi-calzature in carbonio moltiplicheranno la resa nelle gare di atletica. Ecco le regole e i controlli predisposti dalla World Athletics. Oltre al “come funziona” di tecnologie e materiali e all’elenco dei 342 modelli da corsa su strada e ai 279 da pista che saranno co-protagonisti delle giornate a cinque cerchi.

Ai Giochi olimpici di Tokyo 2020(-21) erano 307 le scarpe omologate per le gare di atletica, tra concorsi, corse in pista, marcia e maratona. Un numero che già ci sembrava esagerato. 

Un numero che, invece, è più che raddoppiato: sono in totale 621 i modelli utilizzabili nelle gare di atletica di questi Giochi olimpici. Vediamoli nel dettaglio:

Parigi 2024 – Tutte le scarpe da running e atletica omologate

1. Corsa e marcia su strada: 342 modelli* di 39 aziende 

2. Gare su pista: 279 modelli di 16 aziende

* comprese scarpe per getto del peso, lancio del disco e del martello

1. I brand (per area/continente) per corsa e marcia su strada (39 aziende)

USA: 17 aziende: Altra (2 modelli), Atreyu (1 modello), Brooks (6 modelli), Feet2 (7 modelli), Lululemon (3 modelli), Hoka (22 modelli), New Balance (18 modelli), Nike (22 modelli), Reebok (1 modello), Reshod (2 modelli), Saucony (27 modelli), Skechers (3 modelli), Techlete (1 modello), Topo (1 modello), Tracksmith (1 modello), Under Armour (6 modelli), Velasa (2 modelli);

Europa 11 aziende: Adidas (GER/ 26 modelli), Craft (SWE/ 1 modello) Diadora (ITA, 2 modelli), Fila (ITA, 4 modelli), Joma (ESP, 4 modelli), Kiprun (FRA, 6 modelli), NewFeel (FRA, 3 modelli), On (SUI, 9 modelli), Puma (GER/ 18 modelli), Salomon (FRA/ 4 modelli), Scott (SUI/ 2 modelli);

Cina 7 aziende: 361° (4 modelli), Anta (6 modelli), Erke (2 modelli), LiNing (7 modelli), Macondo (1 modello), Quaiddan (4 modelli), XTep (10 modelli);

Giappone: 3 aziende: Asics (46 modelli), Descente (11 modelli), Mizuno (41 modelli);

Sud America: un’azienda: Olympicus (BRA/ 6 modelli). 

2. I brand (per area/continente) per gare su pista (16 aziende) 

Giappone: 2 aziende: Mizuno (62 modelli), Asics (61 modelli); 

Usa: 8 aziende: Brooks (8 modelli), Hoka (8 modelli), New Balance (19 modelli), Nike (29 modelli), Reebok (2 modelli), Saucony (9 modelli), Saysh (1 modello), Under Armour (19 modelli). Europa: 6 aziende: Adidas (GER/ 13 modelli), Diadora (ITA /1 modello), Joma (ESP/ 1 modello), Kiprun (FRA/ 1 modello), On (SUI/ 10 modelli) e Puma (GER / 35 modelli). 

I Giochi olimpici della tecnologia 

Nel vasto universo delle scarpe da running e atletica si può ancora trovare qualche scarpa “classica”, che ammortizza, protegge e permette al piede di espletare la sua naturale funzionalità. In contemporanea è cresciuta a dismisura la categoria delle “super-scarpe”, come comunemente sono chiamate le calzature appositamente concepite per potenziare la funzionalità naturale degli atleti. 

Questo sfidante obiettivo è perseguito con l’impiego di materiali espansi a elevatissima elasticità nelle intersuole (oggi inserite anche in quasi tutte le scarpe chiodate, per lo più variazioni a base di nylon modificato con elastomeri) e con l’innesto nelle stesse intersuole di leggeri plate in fibra di carbonio (pregiato materiale composito, che abbina l’elevata elasticità alla leggerezza), o di materiali analoghi. Questi plate, in particolare, sono in grado di svolgere molteplici funzioni: 

• fungono da scheletro, che stabilizza e supporta suola e scarpa, 

• fungono da ripartitori dell’energia d’impatto, che distribuiscono sull’intero volume dell’intersuola, perché permettono di massimizzare l’accumulo e la restituzione di energia elastica al punto che si raggiunge un ritorno di energia superiore all’80%; 

• in diversi casi, inoltre, la suola della scarpa diventa completamente rigida, allungando quindi la leva con cui si spinge avanti. Così il piede si limita solo più ad effettuare un rotolamento in avanti, anziché flettersi, il che viene anche facilitato dalla marcata curvatura della suola verso l’alto. 

Scarpe da running e atletica: le regole ai Giochi

Per cercare di evitare l’eccessiva diseguaglianza per gli atleti, con derive incontrollabili, o situazioni di pericolo, la World Athletics (organismo internazionale che presiede all’atletica mondiale) ha allora cercato, abbastanza tardivamente, di governare il rapido sviluppo delle nuove scarpe con norme intese a controllare lo sviluppo delle scarpe ammissibili in gara:

• ogni scarpa deve essere preventivamente presentata a World Athletics per chiederne l’approvazione, così da essere inserita nella lista delle scarpe consentite; 

• si permette l’utilizzo dei prototipi non ancora commercializzati, ma solo se regolarmente dichiarati e registrati. E comunque per un periodo massimo di un anno dalla prima gara in cui avviene il debutto di tali scarpe;

• ogni atleta, prima di ogni competizione, dovrà dichiarare quali scarpe intende usare, facendo riferimento a una di quelle presenti sulla lista delle scarpe approvate, sia nel caso che ne utilizzi una già in vendita, sia che si tratti di un prototipo.

non sono consentite scarpe uniche, realizzate su ordinazione per adattarsi alle caratteristiche dell’atleta o ad altre esigenze. Per la verità, questo sembra sia già stato fatto da diverse aziende al momento del lancio di alcuni nuovi modelli, che sono stati sviluppati e tarati appositamente per le esigenze dei rispettivi testimonial. 

• World Athletics, comunque, consente di effettuare le modifiche necessarie a consentire l’adattamento ai singoli atleti per motivi medici o di sicurezza. 

• Sono inoltre ammesse variazioni di colore o grafica ed è anche permesso cambiare i lacci. In ogni caso, eventuali personalizzazioni devono essere preventivamente presentate per l’approvazione.

Il limite massimo di altezza

Dal punto di vista tecnico, per tutte le scarpe è stato imposto un limite massimo di altezza da terra: 

40 mm di spessore totale, fra suola, intersuola e sottopiede alle scarpe da strada. 

20 mm per le scarpe chiodate per le gare di sprint e ostacoli fino a 400 metri 

25 mm per quelle dagli 800 metri in su. 

Ogni scarpa potrà utilizzare un solo plate in fibra di carbonio, eventualmente anche diviso in più parti, purché non siano sovrapposte e siano inscrivibili in un unico piano. Nelle scarpe da pista, inoltre, è ammesso un secondo elemento della suola rigido, ma in plastica, per supportare i chiodi (la soletta chiodata).

Queste norme non sono affatto trascurabili, perché una delle principali funzioni delle maxi intersuole, cresciute come funghi negli ultimi anni, è proprio quella di massimizzare la “corsa della sospensione”, poiché più l’intersuola è spessa, maggiori saranno l’accumulo e poi la successiva restituzione dell’energia elastica durante la compressione e la successiva spinta che si verificano nel corso di ogni passo.

Chi controlla cosa e quando?

Sarà posta una maggiore enfasi sull’effettuazione di controlli a campione post-gara, con l’introduzione di procedure di controllo delle scarpe, istituendo il ruolo di addetto al loro controllo. In alcuni eventi importanti saranno richieste agli atleti le dichiarazioni delle scarpe pre-evento.

Si è anche deciso che, nel caso in cui un atleta stabilisca un record mondiale, le sue scarpe verranno obbligatoriamente ritirate e controllate. Giusto, dico io, ma, al tempo stesso, mi domando: come potrà fare un addetto al controllo a capire se una scarpa monta gli stessi plate “di serie” delle scarpe in vendita, regolarmente registrate e approvate da World Athletics, o piuttosto un diverso plate, stampato con la migliore fibra di carbonio da 3K, e tarato precisamente sulla biomeccanica di un proprio testimonial?

È anche stata semplificata la procedura per applicare le sanzioni e i poteri degli arbitri sono stati resi più chiari e al CEO di World Athletics (o a un suo nominato) è stata data l’autorità di agire (o riferire la questione all’AIU) laddove siano identificate violazioni a gara già svolta.

Si specifica anche che tutte le scarpe da gara non devono contenere alcuna tecnologia “sensibile o intelligente” incorporata, né ora né in futuro. D’altro canto, questo invece non si applica all’uso di cardiofrequenzimetri, misuratori di velocità o distanza, etc.

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