Marcell Jacobs intercettato: dossier illeciti su atleta e staff

Marcell Jacobs intercettato: dossier illeciti su atleta e staff

30 Ottobre, 2024
Foto Francesca Grana

Nel periodo successivo alla doppia vittoria olimpica a Tokyo, il campione e il suo team furono oggetto di un’operazione di cyber-spionaggio condotta da un gruppo investigativo ora sotto inchiesta.

Il campione azzurro Marcell Jacobs è stato bersaglio di un’operazione di spionaggio insieme ai membri del suo team, compresi il manager, l’allenatore e il nutrizionista. L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Milano, in collaborazione con la Procura nazionale antimafia, ha portato alla scoperta di un ampio sistema di dossieraggio illecito gestito dalla centrale milanese Equalize, un’agenzia di investigazioni sotto la guida di Carmine Gallo, finito ora agli arresti domiciliari.

Il dossier su Jacobs sarebbe stato commissionato nei giorni successivi al successo olimpico di Tokyo, da un avvocato di Padova non ancora identificato, tramite Gallo, il quale avrebbe arruolato due hacker esperti per ottenere informazioni private dell’atleta e del suo entourage. Stando alle intercettazioni e ai documenti acquisiti dai carabinieri del nucleo investigativo di Varese, i due hacker avrebbero proposto di installare un trojan sui dispositivi dell’atleta e del suo staff, un’operazione complessa che mirava ad accedere alle comunicazioni e ai dati sensibili di Jacobs, così come del manager Marcello Magnani, dell’allenatore Paolo Camossi e del nutrizionista Giacomo Spazzini.

Dai dettagli dell’inchiesta emerge anche uno scambio di messaggi fra Gallo e uno dei suoi collaboratori, in cui il primo conferma il pagamento anticipato per procedere con l’incarico. Questo tentativo di intercettazione, motivato da interessi ancora sotto analisi, rappresenta un grave episodio di violazione della privacy che coinvolge non solo l’atleta azzurro, ma anche figure chiave del suo percorso sportivo e professionale.

Secondo gli inquirenti, l’operazione di spionaggio sarebbe stata avviata subito dopo i successi olimpici dell’atleta azzurro. Analisi forensi dei dispositivi sequestrati ai collaboratori di Gallo hanno rivelato intercettazioni e comunicazioni in cui emerge anche un accordo per un anticipo del pagamento da parte del committente.

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