Antonio La Torre: non parlo di medaglie

Antonio La Torre: non parlo di medaglie

24 Luglio, 2024
Foto: Francesca Grana / Fidal

Intervista al direttore tecnico delle squadre nazionali, Antonio La Torre, che non indica un totale medaglie, ma parla di “Gimbo Tamberi, Leo Fabbri, Lorenzo Simonelli, Marcell Jacobs, la staffetta veloce maschile, Mattia Furlani, Larissa Iapichino, Yeman Crippa, Andy Diaz, Antonella Palmisano, Massimo Stano, Francesco Fortunato, Chitru Ali, Nadia Battocletti, Alessandro Sibilio, Sara Fantini e la staffetta mista della marcia”.

Criptico, abbastanza nervoso, direi preoccupato. Questo in estrema sintesi la sensazione (può essere sbagliata) di chi scrive mentre intervista in DT Antonio La Torre, esattamente alle ore 11,00 di lunedì 22 luglio. A dimostrazione che la tensione è a livello di guardia.

«Sto partendo per Roma. Vado a vedere il lavoro al quale si stanno sottoponendo i nostri velocisti, sotto la guida del prof. Filippo Di Mulo. Stanno provando i cambi delle staffetta 4×100 al Paolo Rosi».

Allora prof, vogliamo fare una previsione di quanto accadrà per i nostri colori alle Olimpiadi che ormai bussano alle porte?

«Intanto non manca pochissimo per l’atletica, il primo agosto non è vicinissimo, può accadere ancora di tutto. Non parlatemi di medaglie, preferisco come sempre parlare di atleti che hanno un tasso di alta competitività. Su questo punto possiamo partire. Non da altri”.

Allora, faccia i nomi.

«Li dico in ordine sparso e non d’importanza. Gimbo Tamberi, Leo Fabbri, Lorenzo Simonelli, Marcell Jacobs, la staffetta veloce maschile, Mattia Furlani, Larissa Iapichino, Yeman Crippa, Andy Diaz, Antonella Palmisano, Massimo Stano, Francesco Fortunato, Chitru Ali, Nadia Battocletti, Alessandro Sibilio, Sara Fantini e la staffetta mista della marcia, che verrà decisa dopo la disputa della 20 km. In altre parole, abbiamo la possibilità di arrivare da 15 a 18 finalisti, un obiettivo molto ambizioso, specie se si considera che a Tokyo in finale ci andammo con 10 atleti».

Non vogliano andare in dettaglio?

«Sulla staffetta 4×100 il lavoro di Filippo Di Mulo ha la mia piena fiducia, anzi lo scriva, ha il 200% di consenso. Volete sapere di più? Penso che Leonardo Fabbri in questo momento nel peso non abbia avversari in tutta Europa, per vincere penso si dovrà arrivare a 23 metri, i vari Ryan Crouser e Joe Kovacs nelle giornate che contano sono quasi una barriera invalicabile. Nell’alto, anche se non si sono viste grandi misure, in campo maschile l’oro a 2,37, o poco meno.

Proseguo. Alessandro Sibilio si sta allenando. Lo abbiamo preservato proprio per l’appuntamento clou dell’anno. Conto parecchio su Yeman Crippa: cercherà di stare all’interno del gruppo dei migliori nella maratona, lui ci prova sempre, se dovesse arrivare nei primi otto sarebbe come vincere una medaglia. Lo stesso discorso vale per Nadia Battocletti».

In occasione della conferenza stampa in chiusura degli Europei, disse in apertura del suo commento: “ricordatevi che le Olimpiadi sono un altro sport”. 

Deciso, molto tranchant, come dicono i transalpini.

«Le ventiquattro medaglie conquistate all’Olimpico sono tutt’altra cosa, un paragone improponibile. A Parigi ci proveremo in tutti i modi a lottare come sanno fare gli azzurri, attenzione però abbiamo visto le gare di Diamond League e i trials USA… »  (chiaro riferimento ai nostri sprinter, Jacobs su tutti, anche se il buon Antonio dovesse smentire).

Il presidente Stefano Mei ha parlato di 7/8 medaglie, senza entrare nei particolari di quali metalli. 

«Il suo ottimismo è contagioso e ci ha sempre portato fortuna. Non mi offendo qualora azzeccasse la previsione».

Quando partirà per Parigi? 

«Il 29 luglio. Vivrò con gli atleti al villaggio olimpico a due passi dallo Stade de France a S. Denis. Mentre i tecnici di marcia saranno a Les Invalides, vicino al circuito della marcia.

A ogni buon conto lo stato dell’arte dell’atletica italiana non è stato mai così in salute, nonostante in DT voli molto basso.»

Alex Schwazer ha fatto l’ultima (?) uscita ad Arco di Trento.

«Ha voluto fare pace con l’atletica. Di più non dico.»

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