Il portabandiera azzurro accusa un problema al bicipite femorale e dovrà seguire una settimana di terapie e allenamenti differenziati saltando le gare di avvicinamento ai Giochi,.
“Non mi vergogno a dirlo, ho pianto 3 volte nelle ultime 24 ore… probabilmente per la tensione, probabilmente per la paura e forse anche perché in parte tutto questo l’ho già vissuto. Mi viene da piangere anche ora mentre scrivo, mi distrugge l’idea di poter compromettere il mio percorso verso quello per cui ho lavorato così tanto“.
Queste le parole che Gianmarco Tamberi affida al suo profilo Instagram rivelando la profondità del suo attuale stato emotivo.
Il post arriva dopo gli accertamenti diagnostici a cui si è sottoposto all’indomani dello stop in Ungheria, dove ha rinunciato precauzionalmente alla gara di Szekesfehervar. “Fortunatamente sono state escluse lesioni muscolari, ma la risonanza evidenzia un’importante zona edematosa del bicipite femorale probabilmente dovuta ad una piccola lesione miofasciale (la membrana che ricopre il muscolo). I tempi di recupero dovrebbero essere in teoria piuttosto rapidi ma sicuramente dovrò sottopormi ad una settimana di terapie intensive e allenamenti differenziati. Non sono in pericolo le Olimpiadi come tempi ma tutte le gare di avvicinamento che mi avrebbero aiutato a raggiungere il miglior stato di forma quel giorno sì”.
Tamberi, portabandiera dell’Italia Team ai prossimi Giochi di Parigi, esprime la sua frustrazione: “Ho sognato un percorso senza problemi e per la prima volta nella mia vita questo stava per accadere ma ora mi ritrovo sdraiato in un letto con mille dubbi e paure. Solo una cosa mi rimbomba in testa e mi dà la forza: se nessuno ci è mai riuscito prima, ci deve essere un motivo!”
L’atleta è determinato a superare questo ostacolo e continua a sognare in grande: “Nessuno nella storia ha mai coronato il sogno di vincere due medaglie d’oro in questo dannato sport e vi giuro che io, nonostante questo stop, continuerò a fare di tutto per essere il primo nel riuscirci. Non sarà facile, lo so… ma obiettivamente mi chiedo: cosa è stato facile nella mia carriera?!”
Insomma, il sogno non finisce qui. Forza Gimbo!