Sofia Yaremchuk, esordio vincente alla Venicemarathon

Sofia Yaremchuk all’esordio in maratona vince la 35ma edizione della Venicemarathon che si è disputata in una splendida giornata di sole

Venezia ha ritrovato la sua maratona dopo un anno di pausa forzata a causa del covid e miglior ritorno non poteva esserci per la classica gara veneta che ha festeggiato l’importante traguardo delle 35 edizioni.

La neo italiana di origini ucraine Sofia Yaremchuk ha conquistato la vittoria nella gara femminile al debutto sulla distanza in un ottimo 2:29’12” su un percorso difficile come quello veneziano con 14 ponti finali da attraversare. Una vittoria italiana mancava a Venezia dall’edizione del 1999 quando si impose Sonia Maccioni in 2h28’54”. La keniana Marion Kibor si è classificata al secondo posto in 2h31’18 davanti all’etiope Megertu Geletu (2h33’50”).

Sofia Yaremchuk, ventisettenne dell’Esercito, era annunciata in ottime condizioni di forma e arrivava dal primo titolo italiano della sua carriera nel Campionato nazionale dei 10 km in 33’33”. Lo scorso anno si era migliorata sulla mezza maratona con 1h10’33” a Terni.

“Avevo detto alla vigilia che avrei voluto godermela e così ho fatto dal primo all’ultimo metro nonostante il vento, i ponti e le difficoltà che si trovano su un percorso così lungo. E’ il mio debutto sulla distanza, ma non sarà la mia ultima maratona. Qui debuttò in maratona Eyob Faniel e spero che Venezia possa essere un trampolino di lancio anche per me. Ringrazio molto il Gruppo Sportivo dell’Esercito”, ha affermato Sofia Yaremchuk.

La gara femminile

La gara femminile è stata lanciata da un quartetto formato da Marion Kibor, Sofia Yaremchuk, Megertu Geletu e Lenah Jerotich, che sono transitate al 10 km in 35’35”, al 15 km in 53’27” e al 21 km in 1h15’07”. Kibor è passata al 25 km in 1h28’41” con un secondo di vantaggio su Yaremchuk e Geletu, mentre Jerotich è rimasta attardata di un minuto transitando in 1h29’37”. Yaremchuk ha reagito all’attacco delle africane recuperando dieci secondi di ritardo prima di sferrare l’attacco decisivo, che le ha permesso di superare Kibor sul Ponte della Libertà quando mancavano sette chilometri dalla fine e si è involata verso il primo importante successo della sua carriera.

La gara maschile

Il keniano Anderson Seroi ha vinto a sorpresa la gara maschile in 2h12’21 battendo uno dei favoriti Justus Kangogo (2h13’34”) e Gilbert Chumba (2h13’56”). Il mantovano di origini marocchine Najibe Salami ha debuttato in maratona classificandosi quarto in 2h14’57”.

“Sono felice del mio debutto in maratona. E’ stato più difficile di quanto pensassi. La gara è stata impegnativa. Il vento si è fatto sentire all’inizio e sui ponti. Il fascino del percorso e il tifo del pubblico quando si entra a Venezia mi hanno fatto andare avanti. Dedico questo debutto al mio allenatore Piero Incalza, alla mia famiglia e a Elisa Cusma, che mi segue da quando ha lasciato l’attività agonistica”, ha dichiarato Najibe Salami.

Un quartetto tutto africano formato dal sudafricano Maxwell Mathanga (terzo alla Roma Ostia Half Marathon) e dai keniani Geoffrey Yegon, Cornelius Kangogo e il suo omonimo Justus Kangogo è passato al 10 km in 30’09” con cinque secondi di vantaggio su Gilbert Chumba. Più attardato Seroi ha fatto segnare 30’25”.

La prima parte della gara è stata corsa ad un’andatura veloce. Il pacemaker Cornelius Kangogo, Justus Kangogo, Mathanga, Yegon e Chumba hanno coperto i primi 21 km in 1h03’58” e i 25 km in 1h15’40”, mentre Seroi è transitato in 1h04’57” e in 1h17’04”. Kangogo ha provato il tentativo di fuga al 31 km all’interno del Parco di San Giuliano e ha accumulato un vantaggio di 40 secondi al passaggio al 35 km in 1h46’44”. Kangogo aveva ancora 49 secondi di vantaggio su Seroi al 40 km, ma nell’ultimo chilometro è successo il colpo di scena. Seroi ha superato uno stanco Kangogo sui 14 ponti finali che portano al traguardo in Riva dei Sette Martiri.

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