Storie di corsa: Davide Raineri, il ritorno di un talento incompiuto

È stato una promessa del mezzofondo. Ha smesso sul più bello, a causa di una borsite. A quarant’anni ha cominciato ad accompagnare i figli al campo di atletica. Anzi: sono stati proprio i figli che, venuti a conoscenza del suo passato, lo hanno convinto a rimettersi in gioco. Tornare in pista gli ha riacceso la passione della corsa. Risultato: al meeting internazionale di Gavardo, quest’anno, ha stupito tutti correndo i 1.500 m in 3’53” alla tenera età di 44 anni. Il suo obiettivo? Che i figli siano orgogliosi di lui.

Sempre a caccia di storie di corsa particolari, che meritano di essere raccontate, Saverio Fattori ha incrociato la vicenda di Davide Raineri. Così la descrive su Correre di agosto: “ Davide Raineri, dopo una breve carriera di giovane talento, ha deciso di buttare le chiodate da qualche parte del cervello e della cantina e ha fatto altro, si è sposato, ha avuto due bambini, voleva entrare in Polizia, la vita può essere bella anche senza l’atletica.

Ma poi capita che un giorno, dopo avere compiuto quarant’anni, si accompagnino i figli al campo: sono proprio loro che, venuti a conoscenza del suo passato, lo riportano in pista. Anche questa è una situazione bizzarra, una modalità al contrario di ciò che avviene nei casi più normali. E qui avviene il miracolo, lo stato di conservazione, anche in assenza totale di manutenzione, si rivela quasi perfetto, una spolverata e fuori dal garage stupisce subito tutti. Probabilmente proprio il fatto di essere stato del tutto inattivo lo ha preservato dall’usura”.

Niente campionati master

“Quando l’ho sentito al telefono   ̶  prosegue Fattori   ̶  mi ha detto senza spocchia che non ha intenzione di frequentare i Campionati master di categoria. Vuole sentirsi giovane e correre con i giovani, senza arroganza. Mi ha raccontato che corre pochino, circa 14 km al giorno, riposo il sabato e gara la domenica, il menu classico del podista medio, anche se poi saltano fuori quattro 1.000 m sul piede dei 2’45”/km e sulla mezza ha stampato facilmente un crono di 1:08’00”. Davide mi manda due immagini in pdf, sono le pagine di un quaderno: scritti a biro ci sono i lavori di due settimane di allenamento. È vero, non si “ammazza” in sedute da cavallo, ma mi salta all’occhio la giornata di giovedì 17 maggio: un 2.000 m in 5’39” e quattro 500 m da 1’16”. Non male per un quasi M45.

Nota: Questo testo rappresenta una sintesi dell’articolo “Sospeso nel tempo”, di Saverio Fattori, pubblicato su Correre n. 394, agosto 2017 (in edicola da sabato 29 luglio), alle pagine 16-19.

 

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