37”95 e accesso alla finale per gli uomini, 42”84, ma prime escluse dalla finale le donne. Personal best per Zane Weir, quinto nella finale del getto del peso.
Prima che il mondo dell’atletica italiana e non, s’inchinasse davanti al terzo oro azzurro di Massimo Stano nella 20 km di marcia, nella mattinata nipponica, in chiave italiana, erano successe cose interessanti. Parliamo ancora di velocità, anzi di velocità supersonica: la staffetta 4×100. Il quartetto scelto dal prof. Di Mulo ritenuto, a torto o a ragione, un conservatore nelle scelte degli elementi, di dubbi tra gli uomini, non poteva averne.
Patta, Jacobs, Desalu e Tortu, erano i designati e così è stato. I nostri moschettieri nella seconda semifinale hanno conquistato il terzo posto con record italiano, primo sub 38” della storia 37”95, tra l’altro quarto tempo di finale. Cambi leggermente schiacciati, in sicurezza come si suole dire, l’importante era conquistare la finale. I quattro sono parsi ben assemblati. Domani dovranno guardarsi dal quartetto canadese con un De Grasse in condizioni eccezionali, dai cinesi che vanno fortissimo e dai risorti giamaicani, con il solo residuato bellico Yohan Blake, del famoso quartetto che con Usain Bolt arrivava a vincere.
Mancheranno gli Usa, deludenti all’ennesima potenza, stavolta il testimone l’hanno portato sino alla fine ma i vari Bromell, Baker, Kerney e Gillespie escono con le pive nel sacco, come tutta la velocità statunitense in campo maschile, battuta, nei 100, 200 e anche nei 400, dove il bahamense Steven Gardiner ha messo d’accordo tutti e nei primi tre non c’è ombra di uno che abbia fatto fuoco e fiamme nei celeberrimi trials di Eugene.
A proposito di Marcell Jacobs, il campione olimpico dei 100 sarà il portabandiera dell’Italia nella cerimonia di chiusura. Annunciata la sua presenza nella prossima tappa della Diamond League (23 agosto/Eugene) nei 100, se la vedrà con i “rosiconi” americani con l’aggiunta di Gatlin e qualche altro sprinter di vaglia.
Record anche in campo femminile nella 4×100 con 42”84, ma per maledetti 3 centesimi la finale la vedranno dagli spalti. Siragusa, Hooper, Bongiorni e Fontana pur centrando un ottimo risultato, difficile pretendere di più, non erano ai settimi cieli.
Weir quinto nel peso
Un altro record, ma “personale” lo ha ottenuto Zane Weir nella pedana del peso, dove si è giocato il tutto per tutto nella finale lanciando a 21,41 m, dopo il 21,25 m realizzato in qualificazione. Weir è quinto nella gara vinta dallo statunitense Crouser (record olimpico con 23,30 m).
Gli altri azzurri
Fuori dagli otto, nella finale del triplo dominata dal portoghese Pedro Pablo Pichardo (17,98, vento nullo), sia Andrea Dallavalle (nono con 16,85, +1.0) sia Emmanuel Ihemeje (undicesimo, 16,52, +0.2). Eliminate nelle qualificazioni dell’alto sia Alessia Trost (1,90) sia Elena Vallortigara (1,93).
Stasera prima di andare a nanna (ore 22,30) la marcia dispiega le sue ali: 50km con Caporaso, De Luca e Agrusti.
Domani mattina la 20 km donne: Palmisano, Giorgi e Trapletti. Sognare non è peccato.