Come scegliere la scarpa da trail running

Rispetto alla corsa su strada, sono tanti gli elementi da valutare quando si compra una scarpa per l’off road. Leggere per credere 

Una premessa: la scarpa universalmente perfetta non esiste, ma esistono buone calzature in funzione delle caratteristiche e delle necessità di ogni singolo atleta e mai come in questo momento storico possiamo trovare in commercio un’offerta vasta e ricca di contenuti tecnici interessanti.

Riflessioni prima della scelta

  • La prima considerazione da fare è che nella corsa in natura il terreno è irregolare, per cui viene a mancare la regolarità dell’appoggio del piede, che rappresenta la grande “certezza” su strada.
  • Sparisce di fatto la categoria delle calzature antipronazione. La scarpa da trail, in genere, dispone già di suo di una buona struttura, sia come suola sia come tomaia, per cui non c’è l’esigenza di utilizzare specifici modelli per l’antipronazione, a meno di una reale necessità. Per via dell’irregolarità del terreno, poi, le condizioni di contatto del piede col suolo variano di continuo, per cui il trail runner, che sia o meno un pronatore, si trova di continuo ad alternare appoggi in pronazione ad altri in supinazione.
  • Un forte iperpronatore o un supinatore dovrà comunque utilizzare un plantare appositamente strutturato per le proprie necessità (su consiglio di uno specialista), inserito all’interno della calzatura.
  • Sconsigliato è l’uso di una calzatura da strada antipronazione, anche dove il percorso non si presenta particolarmente difficile, perché può portare il piede a ribaltarsi dalla parte opposta e quindi a favorire l’insorgenza della distorsione tibio-tarsica in inversione.
  • Un elemento che invece assume un’importanza maggiore è il peso: quello della scarpa e quello dell’atleta. Nelle attuali collezioni di calzature per il trail running, infatti, convivono modelli pesanti con altri estremamente leggeri. L’atleta pesante, anche quando performante, dovrà calzare un modello ben strutturato lasciando le nuove ultraleggere a sportivi di peso ridotto, che comunque ne faranno un uso limitato al chilometro verticale o altri percorsi brevi. Questo tipo di trail runner ha di solito un’azione di corsa agile e può permettersi di non basare la scelta della scarpa sull’ammortizzazione.

  • Rispetto alla corsa su strada, l’ordine d’importanza tra intersuola e suola si inverte: nel trail running la suola è fondamentale. La scelta quindi deve essere fatta pensando al tipo di terreno che si vuole affrontare: una suola con un “tassellato” in forte rilievo può andar bene su un fondo fangoso, ciottolato o scivoloso. In alta montagna e in particolare su roccia liscia è indispensabile invece disporre di una suola in mescola morbida, che possa fare aderenza, e non un modello in gomma dura, caratteristica degli scarponcini da escursionismo.
  • Anche la tomaia diventa più rilevante: deve garantire la possibilità di evacuare l’acqua sia quando si mette piede in una pozza d’acqua o in un torrente sia in presenza di erba umida e alta. Una buona traspirazione è importante anche quando le gare durano 8-10 o più ore, quando il ristagno di umidità può provocare vesciche.
  • Nella scelta della misura della scarpa può essere utile optare per mezzo numero in più per evitare i microtraumi alle unghie nelle ripide e lunghe discese.
  • L’allacciatura deve serrare bene il collo del piede e far sì che la tomaia aderisca perfettamente per evitare che il piede sia sottoposto ad attrito favorendo la comparsa di vesciche. Il sistema di chiusura della tomaia deve essere comodo e avvolgente. Bisogna infatti tenere conto che in una gara di molte ore può essere necessario togliere più volte la scarpa per eliminare sassolini e terriccio, per cui stringhe scorrevoli o sistema di allacciatura rapido diventano molto importanti. Nel caso si utilizzino stringhe tradizionali, è utile allacciarle col doppio nodo.
  • La suola non deve mai essere rigida come nelle scarpe da trekking, perché altrimenti il piede non lavora. Deve assecondare la naturale torsione e adattarsi alle irregolarità del fondo offrendo una sufficiente protezione nei confronti delle asperità del terreno.
  • Non andare alla ricerca estrema della scarpa leggera a scapito della protezione che una calzatura ben strutturata può offrire, specialmente in caso di gara lunga. È inutile risparmiare pochi grammi di scarpa in uno sport in cui sulle spalle ci portiamo qualche chilo di zaino.
  • Scarpe con intersuola troppo morbida e cedevole, oppure troppo alte espongono maggiormente al pericolo di storte alla caviglia e vengono a mancare in “precisione”.
  • In linea generale, resta fondamentale farsi consigliare da un esperto, che possa guidare sulla base delle caratteristiche antropometriche personali, della conformazione del piede, del tipo di appoggio, del tipo di utilizzo prevalente e del tipo di corsa (leggera, che quindi spinge sull’avampiede, oppure lenta e pesante). 

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