“Un’alimentazione non equilibrata associata ad allenamenti e gare può avere conseguenze negative sulla performance, ma soprattutto sulla salute.” Il focus di Fabrizio Angelini su Correre di ottobre è su testosterone e corridore, le strette correlazioni tra nutrizione e running nel sesso maschile. Possibili problematiche e pratici ed efficaci rimedi.
“Spesso il podista amatore, più o meno evoluto, inizia a correre per dimagrire o mantenere il peso e si accorge abbastanza velocemente di come essere “leggero” lo aiuti a diventare più performante nella corsa. Un risultato che, a volte, nasconde abitudini alimentari ortoressiche, spesso purtroppo suggerite anche da nutrizionisti, o pseudo tali, o ancora da qualche “guru” della rete.” È questa la premessa da cui muove il prof. Fabrizio Angelini su Correre di ottobre per sottolineare i rischi a cui i runner vanno incontro quando non si alimentano come lo sforzo della corsa richiede: correre magari bene, mangiando però poco e male per tanto tempo.
Se manca l’equilibrio tra consumo e assunzione
Dall’esperienza di endocrinologo e specialista di malattie del metabolismo, su Correre di ottobre Fabrizio Angelini spiega che “Un basso apporto energetico cronico può derivare da una serie di fattori:
1. Mancanza di conoscenza sulla corretta alimentazione e sulle fonti nutrizionali per raggiungere l’equilibrio energetico;
2. Mancanza di tempo per preparare i pasti;
3. Mancanza di competenze nella preparazione dei pasti;
4. Ragioni economiche;
5. Perdita di appetito dopo la corsa. L’eccessivo esercizio fisico, infatti, sopprime la sensazione di fame e alcuni ormoni gastrointestinali che la stimolano, come la grelina.”
“Non è tanto importante che si tratti di una restrizione intenzionale o involontaria dell’apporto energetico. Risulta, invece, evidente come tali abitudini abbiano quale fine sia il miglioramento della performance sia quello della composizione corporea con un non tanto celato desiderio di “magrezza”, che alla fine possono sfociare in veri e propri disturbi del comportamento alimentare” avverte l’esperto.
Disturbi sul testosterone
I rischi, in questa condizione, riguardano soprattutto i “maschietti” runner e la loro sfera sessuale. “L’Endocrine Society definisce l’ipogonadismo maschile come una sindrome clinica risultante dall’incapacità del testicolo di produrre livelli fisiologici di testosterone (carenza di androgeni) e un numero normale di spermatozoi – spiega Angelini -. La descrizione di ipogonadismo in medicina differisce da quella, ambigua, comune nel campo dello sport, in base alla quale si tratterebbe di una condizione funzionale reversibile relativamente in modo rapido. L’ipogonadismo è spesso associato alle discipline di endurance tanto da portare, alcuni anni fa, a una vera e propria definizione di patologia osservata negli ultramaratoneti, detta appunto ipogonadismo dell’ultramaratoneta.
La prevalenza dell’ipogonadismo associato all’esercizio e il suo impatto sulla salute scheletrica, muscolare e cardiovascolare negli atleti maschi non è ancora ben compreso. Ciò è dovuto alla mancanza di ricerche sull’argomento, ma anche al fatto che l’identificazione dell’ipogonadismo negli uomini non è chiara come nelle donne, per cui la diagnosi è facilitata dalla irregolarità o assenza del ciclo mestruale.
Inoltre, difficilmente il nostro podista, pur se seguito dal punto di vista nutrizionale, si sottoporrà a un prelievo per valutare i suoi livelli di testosterone e, anche se lo facesse, l’interpretazione dei dati e dei range di laboratorio non è così semplice.
I possibili scenari, le ricerche e 9 rimedi
Tanti sono gli aspetti del rapporto tra deficit energetico e ipogonadismo nel runner affrontati da Angelini nella vasta analisi su Correre di ottobre. Dagli studi sulle correlazioni tra corsa e secrezione di testosterone e libido sessuale alle conseguenze di una nutrizione insufficiente sul cortisolo e sulle proteine muscolari: “Chi corre non può permettersi, oltre al deficit calorico (deficit quantitativo), quello qualitativo con carenza di proteine e grassi” ricorda Angelini, che avverte: “Corridori con comportamenti alimentari ortoressici e deficit calorico incorrono più frequentemente in malattie infettive e infortuni”. L’intervento si conclude con l’illustrazione dettagliata di nove rimedi per ovviare a tutte le problematiche causate dall’ipogonadismo conseguente alla pratica di una disciplina sportiva.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Deficit energetico e ipogonadismo nel runner”, di Fabrizio Angelini, pubblicato su Correre n. 480, ottobre 2024 (in edicola da inizio mese), alle pagine 40-45.