Mente e corsa: dalle spedizioni polari informazioni importanti per gestire lo stress della fatica

Quando accade qualcosa di inatteso (la crisi metabolica, il perdere l’orientamento, l’infortunio, il maltempo), riveste un’importanza fondamentale il non farsi prendere dal panico e cercare di mantenere comunque il controllo emotivo. Occorre allenare la mente a questa eventualità, perché solo così si evita che lo stress ci faccia sentire ancora più stanchi 

La secrezione di ormoni dello stress peggiora la prestazione e innalza i livelli di fatica percepita. Cosa causa, però, lo stress? Tutto ciò che abbassa il senso di controllo, ad esempio 

Allenarsi a mantenere il controllo emotivo

Ecco perché nella preparazione diventa importante anticipare tutti i possibili imprevisti, pensare a strategie di uscita e di emergenza e gestire le aspettative in maniera realistica, evitando di coltivare scenari eccessivamente ottimistici e radiosi. Perché quando accade qualcosa di inatteso (la crisi metabolica, il perdere l’orientamento, l’infortunio, il maltempo) riveste un’importanza fondamentale il non farsi prendere dal panico e cercare di mantenere comunque il controllo emotivo.

L’esperienza nel freddo estremo

Lo psicologo dello sport Pietro Trabucchi, storico collaboratore di Correre, ha affrontato personalmente il tema del senso di controllo quando ha preso parte, nello scorso mese di maggio, alla traversata della Groenlandia nell’ambito del progetto scientifico denominato “Greenland Expedition Lab 2019”.

“La traversata – spiega Trabucchi – pur non essendo particolarmente impegnativa da un punto di vista tecnico, comporta comunque il fatto di vivere in totale autosufficienza per circa un mese (la traversata è durata 27 giorni, ndr) non essendo presente alcun insediamento umano sulla rotta. I pericoli sono rappresentati dalle bufere, dalle temperature spesso molto basse, dai crepacci e… dagli orsi polari in prossimità della costa. La fatica fisica è l’altra grande incognita dell’avventura.”

Saper anticipare gli imprevisti

“In quelle condizioni estreme – prosegue Trabucchi- , la percezione di controllo di quello che sarebbe accaduto nell’immediato futuro si è rivelata uno dei fattori più efficaci nel mediare il vissuto di fatica e di stress. Si è visto, infatti, che quando un evento esterno (malattia, maltempo, litigio) ha abbassato il senso di controllo sull’esito della spedizione, i componenti colpiti da quella sensazione si sono sentiti più stanchi, pur a parità di impegno fisico rispetto agli altri e a loro stessi in condizioni mentali differenti.” 

Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Imparare dal Ghiaccio”, di Pietro Trabucchi, pubblicato su Correre n. 419, settembre 2019 (in edicola da inizio mese), alle pagine 64 e 65.  

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