Se analizziamo le graduatorie dei maratoneti italiani del 1987 preparate da Franco Civai e i dati del 2017, scopriamo analogie insospettate e preoccupanti, a fronte di un enorme progresso che nel frattempo si è verificato a livello mondiale maschile e femminile.
Progresso mondiale
Nel 1987 il record mondiale femminile della maratona era di 2:21’06” della norvegese Ingrid Kristiansen e quello maschile di 2:07’12” del portoghese Carlos Lopes. Nei successivi 30 anni il primato femminile è sceso sino a 2:15’25” grazie alla britannica Paula Radcliffe e a 2:02’57” grazie al keniota Dennis Kimetto.
Italiani a confronto
Analizzando le classifiche italiane di oltre 30 anni fa, troviamo al primo posto Gianni Poli con 2:10’15” (primato personale di 2:09’33”), che l’anno prima aveva vinto la maratona di New York. Al secondo Salvatore Bettiol con 2:11’28” (p.p. 2:09’40”) e al terzo il Gianni Demadonna con 2:11’53”. Nel 2017 il più veloce è stato Daniele Meucci (2:10’56”), poi Eyiob Faniel Gebrehiwet (2:12’16”) e Stefano La Rosa (2:12’26”) (p.p. 2:11’11”).
Posizioni a confronto
Fra i due atleti al 5° posto delle graduatorie, vale a dire Gelindo Bordin e il giovane Alessandro Giacobazzi ci sono 2’45” di differenza. Al 10° posto (Aldo Fantoni con 2:14’54” e Alessio Terrasi con 2:19’49”) passiamo a quasi 5’ di differenza e al 20° posto la differenza sfiora i 7’.
Nell’ultimo confronto, quello della centesima posizione fra Alfredo Ferrari con 2:26’59” e Giuseppe Di Stefano con 2:34’54”, il gap si fissa a 7’55” secondi. Tra l’altro, il 100° del listone 1987, il sopracitato Alfredo Ferrari, ha un tempo migliore del 33° del 2017, Giuseppe Molteni (2:27’13”), ed è questo il dato più macroscopico e in grado di rappresentare lo “svuotamento” tecnico del nostro panorama.
La crisi di cinque anni fa
La vera crisi della maratona azzurra risale a 5 anni fa, quando dopo Ruggero Pertile, capolista con 2:10’06” e che aveva già 38 anni, in classifica trovavamo Giovanni Gualdi (2:13’55”), Liberato Pellecchia (2:16’24”), Stefano Scaini (2:16’24”) e l’allora quarantatreenne Migidio Bourifa con 2:18’57”.
Le donne, al contrario…
Nello stesso arco di tempo è invece lievitato il livello femminile grazie alle qualità e alla longevità di atlete già sopra o appena sotto i 40 anni, come Valeria Straneo, Anna Incerti, Rosaria Console, Nadia Ejjiafini e Catherine Bertone.
La speranza a lungo termine sembra essere Veronica Inglese (classe 1990), che però deve ancora esordire sulla distanza. Quella a medio termine si concentra su Sara Dossena (classe 1984), 2:29’39” a New York nel novembre dell’anno scorso, e Giovanna Epis (classe 1988) 2:29’41” lo scorso 25 febbraio a Siviglia.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Maratoneti in affanno”, di Giorgio Rondelli, pubblicato su Correre n. 402, aprile 2018 (in edicola da mercoledì 4 aprile), alle pagine 83-84.