Saranno mantenute le promesse? Quali? Si chiederanno i nostri lettori. Come, non avete seguito le gesta dei nostri atleti nel salto in lungo al PalaMarche di Ancona (campionati italiani indoor)? D’accordo, allora riavvolgiamo il nastro e ritrasferiamoci sulla pedana dell’impianto dorico.
La lotta a due (Marcell Jacobs/ Andrew Howe) si è impreziosita dei salti della promessa Filippo Randazzo e della novità Ojaku. La gara tra questi è stata elettrizzante, con Jabobs favorito che centrava al quinto salto 8,06, risposta all’ultimo balzo del siciliano con 8,05, poi il risorto Howe che dopo quasi sette anni superava gli 8 metri, di un solo centimetro, scacciando forse, quei dubbi sulla sua ritrovata voglia di gareggiare senza problemi fisici.
Infine, ci si metteva anche Kevin Ojaku atterrare nella sabbia a 7,93. Un bel vedere, mandare in solluchero i tanti che si assiepavano sulle tribune di Ancona. Questo è stato il momento clou della due giorni marchigiana, non sono mancati altri e interessanti risultati.
Dalla velocità pura: Massimiliano Ferraro (però quella partenza..) e Anna Bongiorni, il ritorno di Daniele Greco in pedana del triplo ( che bello!) e la vittoria di Silvano Chesani nell’alto con 2,25.
A questo punto è doveroso aprire una piccola parentesi. Nel corso della seconda giornata si è affacciato nella zona riservata alla stampa (protetta da una porta) con il suo bel faccione allegro il CT Elio Locatelli e ha detto esattamente: “Segna Chesani nell’alto 2,28!”. Non aveva per nulla sbagliato. Chesani dopo aver faticato un poco a gestire i suoi salti a 2,25 con la vittoria in tasca ha fatto mettere l’asticella a 2,30. Tre salti nulli. “Due centimetri prima, ha confessato il trentino, non avrei fatto cadere l’asticella”.
Adesso si devono attendere le convocazioni per gli Europei di Belgrado, dove a caccia di medaglie ci saranno anche gli azzurri. Tra questi un giovane che ha disertato gli assoluti, ma è volato a Birmingham per correre un 5000 indoor. Si tratta di Yeman Crippa che ha cancellato Venanzio Ortis con uno stupendo 13’23”99: alla faccia di chi sosteneva che avrebbe preso il giro dal grande campione olimpico britannico Mo Farah che invece ha chiuso in 13’09”16.