Un week end atletico (lo scorso) in chiaroscuro, anche se la parte più scura è preponderante su quella chiara, almeno per gli azzurri impegnati. Esaminiamo a bocce ferme quanto è successo a Monaco (prima tappa Diamond League post pandemia). Grande impresa dell’ugandese Joshua Cheptegei con tanto di nuovo record del mondo nei 5000 (12’35”36), tolto a Kenenisa Bekele (12’37”35) che lo deteneva dal 2004. Un primato che l’africano aveva nelle corde, mostrato agli stessi monegaschi lo scorso febbraio, quando su strada corse a suon di primato del mondo in 12’51 la stessa distanza. Particolare non indifferente che è stato raccontato da pochi nel commentare il nuovo limite sui 12 giri e mezzo.
Sulla pista dello stadio Louis II c’era anche Yeman Crippa che aveva in animo di migliorare, se non abbattere l’antico primato di Totò Antibo che dura da 30 anni. Il poliziotto delle Valli Giudicarie non è riuscito nell’intento, si è fermato a tre giri dal termine. Yeman non è ragazzo da dichiarazioni avventate, aveva annunciato nuovo primato italiano e probabile abbattimento del muro dei 13’. Convinto in base ai test agonistici: i 1500 metri di Cles e in particolar modo l’ultimo di Rovereto (3’35”26) erano stati una sorta di cartina di tornasole dello splendido lavoro fatto con il tecnico Massimo Pegoretti. Lo scorso anno ai Mondiali di Doha Yeman non raggiunse la finale nei 5000 e restò per una settimana rabbuiato, per usare un eufemismo, covando dentro di se quella rabbia che poi lo portò nei 10 mila a battere il primato di Antibo corroborato da un ottavo posto. Che cosa significa tutto ciò? Yeman, digerito il passo falso, si presenterà nuovamente nei 5000 a Ostrava (8 settembre), sperando che questa volta trovi una gara dove si possa battagliare attorno ai 13’ e non ai 12’30”, in questo caso l’azzurro avrebbe molte possibilità di centrare l’obiettivo.
Dalla Diamond League di Montecarlo ci spostiamo a La Chaux des Fonds, Svizzera Cantone del Giura, (992m s.l.m). Pista dove negli anni scorsi i velocisti accorsero in gran numero per cogliere il cosiddetto “personal best”. L’aria leggermente rarefatta, il vento amico ha dato parecchi aiuti (sia ben chiaro tutto nella norma) a molti, così anche i nostri due sprinter Filippo Tortu e Marcell Jacobs hanno deciso di dedicare il loro Ferragosto ad impegnarsi in volate sui 100 metri. Tutti, o quasi, si attendevano dei crono da fare tremare le vene nei polsi. Invece, sarà stato che il vento non soffiava a favore, ma neppure contro, o meglio non soffiava per niente, di grandi tempi nemmeno l’ombra. Tortu ha vinto e questo conta. L’azzurro in batteria ha chiuso in 10”16, in finale 10”18, in linea con quanto mostrato in stagione. Jacobs che vanta la miglior prestazione azzurra del 2020 (10”10) e una vittoria in un meeting internazionale (Turku), in finale è finito addirittura quarto (10”23), mentre in batteria aveva fatto segnare 10”18. Sempre battuto da Filippo. Forse gli attesi meno dieci sono da rimandare a data da destinarsi, magari nel 2021. Anche loro sono da rivedere agli Assoluti di Padova.
Avviso ai naviganti. Zona Mista salta un turno, passa direttamente alla finale. In altre parole ci si legge dopo gli Assoluti di Padova che sono considerati il top della stagione.