Addio a Cala Cimenti, travolto da una slavina

Noi di Correre abbiamo incontrato Cala Cimenti lo scorso anno proprio in questi giorni alla Sila 3 Vette dove abbiamo vissuto alcuni giorni insieme.

Abbiamo conosciuto Cala Cimenti sulle montagne della Sila, montagne lontane dalle sue vette abituali ed è stata una piacevolissima scoperta. Un ragazzo solare, felice della vita, disponibile a condividere esperienze in modo semplice, divertente ma anche con profondità riguardo argomenti più delicati.

Lunedì una valanga nella zona del Sestriere se l’è portato via insieme ad un compagno di gita scialpinistica, Patrik Negro.

Cala” era uno sportivo a tutto tondo, certamente di montagna ma che non disdegnava affatto escursioni in altri ambiti, come ad esempio nel corso del travagliato 2020 aver attraversato gran parte della nostra penisola in bicicletta da corsa con carrellino al seguito.

Da giovane si è cimentato anche con bicicletta da strada e mountain bike senza dimenticare la corsa in montagna ed i trail.

Poi la passione per il volo libero, il parapendio, che gli permetteva di salire al di sopra delle montagne così da poter davvero dare un senso al suo libro “Sdraiato in cima al Mondo” pubblicato lo scorso anno.

La sua storia è stata segnata subito da imprese di un altro livello, come la salita del Monte Bianco a soli 12 anni, o le esperienze Himalayane dove ha dimostrato capacità superiori alla media ma anche l’incredibile attenzione per i suoi compagni di avventura.

A questo proposito, come non ricordare quando nel luglio del 2019 in Pakistan era scampato alla morte sul Gasherbrun VII (6955 metri). in quell’occasione oltre ad aver salito per primo quella vetta l’aveva anche ridiscesa con gli sci sino a quando il suo compagno di scalata e discesa, il medico Francesco Cassardo, era precipitato con gli sci era rimasto gravemente ferito e lui era sceso a recuperare sacchi a pelo e prima assistenza risalendo poi prima della notte dal suo compagno in attesa di soccorsi dal campo base giunti il giorno seguente, contribuendo in modo significativo al suo salvataggio.

Ma Carlalberto Cimenti come accennato era anche un ottimo corridore in montagna, attività che integrava con le sue passioni e come forma di allenamento. E quando gareggiava andava anche forte vincendo anche diverse gare. Poi lo scialpinismo con diverse partecipazioni al Trofeo Mezzalama (8 volte) e al Tour du Rutor (5 volte)

Si era sposato nel 2018 con Erika Siffredi (forte scalatrice anche lei) alla quale aveva chiesto quell’impegno a quota 5400 su un colle Hymalayano, di cui non ricordano neanche più il nome, dove erano risaliti perché l’obiettivo dove Carlalberto voleva fare la fatidica richiesta, posto a quasi 6000 metri di quota non era raggiungibile a causa del mancato acclimatamento di Erika e così nella stessa uscita ridiscesero più in basso per poi risalire in un luogo che fosse per loro un simbolo.

Ieri l’ultima uscita con una valanga che ha sepolto Cala Cimenti sulle montagne di sotto il Col Chalvet, lungo il versante che scende sulla Valle Argentera, nel comune di Sauze di Cesana.

Carlalberto “Cala” Cimenti Torino 14.02.1975 – Sauze di Cesana 08.02.2021

  • Vetta – Cho Oyu 8201m. (2005)
  • Vetta – Ama Dablam 6812m (2010 in solitaria)
  • Vetta – Manaslu 8163m e discesa con gli sci ( 2011)
  • Vetta – Lenin Peak 7134m (2013)
  • Vetta – Khan Tengri Peak 7.010m (2013)
  • Vetta – Pobeda 7439m (2014)
  • Vetta – Korzhenevskaya Peak 7105m (2015)
  • Vetta – Communism Peak 7495m dove compie la discesa integrale con gli sci (2015) conseguendo l’onorificenza Snowleopard, primo e per ora ancora unico italiano.
  • Vetta – Nanga Parbat  8126m salito per la via Kinshofer e sceso con gli sci (2019)

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